Il contatto, ignorato e trascurato in questi giorni più che mai, è un atto
fondamentale per la soddisfazione dei bisogni, specialmente nei
mammiferi sociali come l’uomo. In ogni momento, di ogni giorno, il
nostro vissuto è scandito da quanto e come tocchiamo, e quanto e
come siamo toccati.
Lo sviluppo embriologico dell’essere umano ci insegna come lo stesso
tessuto primigenio, l’ectoderma, genera nell’evoluzione sia il tessuto
nervoso, sia la pelle e i suoi annessi, e come essi rimangano
intimamente legati nei processi di riconoscimento e mappatura statica e
dinamica di ciò che sta all’interno (intero/endocezione) e di ciò che sta
all’esterno (propriocezione e apticità) di noi.
La consapevolezza del tocco restituisce senso al rapporto con il mondo,
sia che si tratti dei propri simili, sia di oggetti.
E’ noto come il bambino che non venga stimolato da appropriate
modalità e qualità tattili (ricordiamo, come i bambini insegnano, le grandi qualità tattili della lingua e della bocca!) possa sviluppare ritardi psicomotori decisivi per la futura qualità della vita.
Ma questa funzione, fisiologica come affettivo-emozionale e mentale,
non termina con l’età neonatale o con l’infanzia: rimane fondamentale in
tutto il corso della vita.
La capacità di riconoscersi come singoli, e di riconoscersi in relazione ai
propri simili e, in definitiva, al mondo, passa costantemente attraverso il
con-tatto.
Ci siamo stupiti, oggi, di come cercando “contatto” su un noto sito di
immagini, ci siamo ritrovati di fronte a una lunga serie di indici puntati,
tablet, telefoni, computer.
E’ indubbio che il tatto sia affine all’udito, suo parente stretto, e in
qualche modo alla vista, ma tentare di renderlo sostituibile è
probabilmente uno degli errori più importanti che stiamo facendo.
Quanto manca il contatto in questo periodo storico?
Quanto lo abbiamo sostituito con altre forme di comunicazione?
Quanto contatto abbiamo da recuperare?

“Se ognuno di noi venisse abbracciato e accarezzato anche solo una volta al giorno da quando viene al mondo fino alla fine della sua vita, credeteci: non ci sarebbero più guerre!”
[J. Plungger, T. Poppe]
Riferimenti
Cascio et al. – Social touch and human development
Bales et al. – Social touch during development: Long-term effects on
brain and behavior.
Boudreault, Ntetu – Affective touch and self esteem in the elderly
Saal, Wang, Bensmaia – Importance of spike timing in touch: an analogy
with hearing?
Blechschmidt E. – Come inizia la vita umana dall’uovo all’embrione
Jean Piaget – La Psicologia del Bambino
Maria Montessori – La Mente del Bambino